L’Adsp di Ravenna stanzia almeno 227mila euro per appaltare la redazione del Dpss
Dall’Anac invece sono arrivate rilievi per la gara sul cold ironing al terminal crociere
A Ravenna urge un nuovo Piano regolatore portuale o una variazione dell’esistente, perché le previsioni di quello vigente “sono in gran parte attuate con gli interventi in corso” e molte sue destinazioni “risultano superate”.
Lo si legge in una delibera del presidente dell’Autorità di sistema portuale dello scalo romagnolo, con cui si autorizza l’ente alla spesa per provvedere alla redazione del Dpss (Documento di programmazione strategica di sistema), lo strumento pianificatorio che la legge portuale pone alla base delle scelte del nuovo Piano regolatore portuale.
Sebbene la norma ne affidi la redazione all’Adsp – anche perché il documento è finalizzato a “definire gli obiettivi di sviluppo” della stessa oltre che a individuare e ripartire gli ambiti portuali “in aree portuali, retro-portuali e di interazione tra porto e città” e a individuare “i collegamenti infrastrutturali di ultimo miglio di tipo viario e ferroviario”, in un orizzonte temporale espressamente fissato in “10-15 anni” – l’ente presieduto da Daniele Rossi ha optato (ed è nelle sua possibilità) per affidarsi a un fornitore privato, da individuarsi a mezzo di gara.
L’importo complessivo è di 344mila euro, anche se l’appaltatore dovrà fornire di sicuro solo il servizio di redazione del Dpss per 227mila euro. La restante parte è legata all’eventuale scelta, da prendersi in corso d’opera a seconda che emerga la “necessità/opportunità di dar corso, prima dell’elaborazione del nuovo Piano Regolatore Portuale, alla realizzazione di opere in via d’urgenza ex art. 5 comma 1-sexties della Legge 84/94 o a varianti-stralcio ex art. 5 comma 4 della legge sopra citata”.
Prima della consegna del Dpss, cioè, Adsp potrebbe decidere di avere urgenza di un’opera non prevista nel vigente Prp o di cambiare radicalmente una destinazione d’uso e di attivare quindi le procedure inserite nella legge 84/94 affidando all’appaltatore anche l’elaborazione di una variante.
Nel frattempo l’ente ravennate è finito nel mirino di Anac, che ha parzialmente sposato le segnalazioni di un’anonima impresa interessatati al bando da oltre 33 milioni di euro per la realizzazione del sistema di cold ironing del terminal crociere di Porto Corsini, aggiudicato pochi mesi fa a una compagine composta da Gemmo, Abb e Consorzio Integra. In estrema sintesi l’ente avrebbe esageratamente ristretto la platea di possibili partecipanti, qualificando la gara come appalto misto di forniture e lavori e richiedendo requisiti ulteriori alla attestazione Soa, uno dei quali, in particolare, avrebbe potuto – scriveva il segnalante ripreso dall’Autorità Anticorruzione – “essere verosimilmente soddisfatto da uno o al massimo due operatori economici, con buona pace della concorrenza e dell’inclusione delle Pmi negli appalti Pnrr”.
Da qui l’invito di Anac ad Adsp Ravenna a “tener conto, anche per il futuro, con particolare riferimento alle procedure finanziate con fondi Pnrr, le predette indicazioni in modo da prevenire il possibile ricorrere di lesioni della concorrenza, anche in relazione a clausole limitative di avvalimento e subappalto, nonché l’insorgenza di possibili profili problematici ostativi al regolare avanzamento dei lavori, affinché non si abbiano contenziosi, sospensioni dei lavori o rischi di perdita di finanziamenti europei”.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER QUOTIDIANA GRATUITA DI SHIPPING ITALY