Via libera al concordato preventivo di Giuliana Bunkeraggi
La shipping company Giuliana Bunkeraggi della famiglia Napp è praticamente salva. Ieri, secondo quanto riporta Il Piccolo, è filato tutto liscio nell’udienza presso il Tribunale di Trieste che doveva omologare il concordato preventivo e il relativo piano concordatario proposto ai creditori. Uno dei ‘no’ più pesanti all’offerta presentata nel piano era arrivato dall’istituto di credito […]
La shipping company Giuliana Bunkeraggi della famiglia Napp è praticamente salva. Ieri, secondo quanto riporta Il Piccolo, è filato tutto liscio nell’udienza presso il Tribunale di Trieste che doveva omologare il concordato preventivo e il relativo piano concordatario proposto ai creditori. Uno dei ‘no’ più pesanti all’offerta presentata nel piano era arrivato dall’istituto di credito Mps, esposto per circa 1,4 milioni su un passivo totale di circa 10 milioni, ma complessivamente i ‘sì’ e gli astenuti hanno rappresentato la maggioranza.
Una volta omologato il piano dal tribunale i curatori fallimentari potranno iniziare il processo di vendita degli asset restanti e il ristoro (parziale) di quanto reclamato dai creditori grazie intanto ai quasi 3 milioni di euro già raccolti con la vendita di otto unità (chiatte e rimorchiatori) al gruppo Ocean della famiglia Cattaruzza e di due bettoline alla società veneziana Petromar. Rimangono invece ancora da cedere le due bettoline Piero N. e Marisa N., la sede della società in via Lazzaretto Vecchio e la quota del 18% detenuta in Tami, la cordata privata che controlla al 60% il terminal passeggeri della Marittima (Ttp).
Giuliana Bunkeraggi, azienda attiva nell’approvvigionamento fisico del bunker alle navi a Trieste e in altri scali dell’Adriatico, è ricorsa al concordato preventivo a seguito della vicenda giudiziaria che nel 2019 aveva colpito l’allora controllata Depositi Costieri.
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