Enel accelera il phase out del carbone sia in Italia (Brindisi) che in Cile
Nel porto di Brindisi arriveranno sempre meno navi portarinfuse cariche di carbone per la centrale Enel. Il gruppo guidato dall’amministratore delegato Francesco Starace ha appena comunicato di aver ricevuto dal Ministero dello Sviluppo economico il “via libera alla chiusura anticipata del Gruppo 2 della centrale termoelettrica Federico II di Brindisi a partire dal primo gennaio […]
Nel porto di Brindisi arriveranno sempre meno navi portarinfuse cariche di carbone per la centrale Enel. Il gruppo guidato dall’amministratore delegato Francesco Starace ha appena comunicato di aver ricevuto dal Ministero dello Sviluppo economico il “via libera alla chiusura anticipata del Gruppo 2 della centrale termoelettrica Federico II di Brindisi a partire dal primo gennaio 2021”. La richiesta era stata presentata da Enel lo scorso gennaio.
Si tratta della prima delle quattro unità produttive a carbone della centrale che si avvia alla chiusura definitiva. “In coerenza con la propria strategia di decarbonizzazione della produzione di energia elettrica e con gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), Enel ha avviato negli scorsi mesi l’iter di permitting per la riconversione del sito con un impianto a gas ad altissima efficienza necessario per assicurare la chiusura completa dell’impianto a carbone di Brindisi entro il 2025 e per assicurare contestualmente la sicurezza della rete elettrica nazionale” informa l’azienda in una nota. Che poi aggiunge: “Inoltre Enel sta sviluppando progetti per l’installazione di capacità fotovoltaica all’interno del sito, come parte della più generale iniziativa di sviluppo di nuova capacità rinnovabile su tutto il territorio italiano”.
La chiusura anticipata del Gruppo 2 della centrale Federico II di Brindisi rientra nell’impegno di Enel per la transizione energetica verso un modello sempre più sostenibile. A livello globale, nel 2019, la capacità installata di Enel da fonti rinnovabili ha superato per la prima volta quella da fonti termoelettriche e nel primo trimestre del 2020 la produzione di energia elettrica a zero emissioni ha raggiunto il 64% della generazione totale del Gruppo. L’obiettivo a lungo termine del Gruppo Enel è la completa decarbonizzazione del mix entro il 2050, con una serie di traguardi intermedi come il completamento del phase out dal carbone in Italia entro il 2025 e a livello globale entro il 2030.
A questo proposito è di ieri l’annuncio che Enel e le sue controllate cilene Enel Chile ed Enel Generación Chile hanno dato al mercato circa la volontà di accelerare la chiusura dell’impianto a carbone Bocamina, situato a Coronel. Nello specifico, Enel Generación Chile richiederà alla Commissione nazionale per l’energia (CNE) cilena di autorizzare la cessazione dell’operatività dell’Unità I (128 MW) e II (350 MW) del suddetto impianto, rispettivamente, entro il 31 dicembre 2020 e il 31 maggio 2022. La chiusura, che è subordinata all’autorizzazione sopra indicata, ha subito un’accelerazione rispetto a quanto programmato da Enel Generación Chile nel Piano nazionale di decarbonizzazione firmato con il Ministero dell’energia del Paese il 4 giugno 2019, piano che prevedeva la chiusura di Bocamina I entro la fine del 2023 e quella di Bocamina II entro il 2040.
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