T. Mariotti firma con Aman e dice no al bacino di Amico&co.
In corso la trattativa sull’opzione per una seconda unità. Bisagno: “Poco furbo pensare di usare fondi pubblici per strutture private, che peraltro dove le si vorrebbe collocare non possono stare”
Anticipata da SHIPPING ITALY quasi un anno fa e ufficializzata di lì a poco, la più cospicua commessa della storia quasi centenaria del cantiere navale genovese T. Mariotti è stata celebrata a Genova con la firma del contratto per la nuova costruzione per il brand Aman at Sea del gruppo di hotelerie e lifestyle ultra lusso Aman Group, intenzionato a esordire nel settore marittimo in joint venture con Cruise Saudi (proprietà di Public Investment Fund, fondo del governo saudita).
La nave, “più precisamente – spiega Marco Bisagno, presidente di T. Mariotti – lo yacht da crociera, come preferisce definirlo Aman” sarà realizzata, quanto allo scafo, negli stabilimenti di San Giorgio di Nogaro e poi allestita e consegnata a Genova nel 2027. “È una grande sfida, perché una nave così non è mai stata costruita da nessuno nel mondo, è il top della gamma luxury” ha commentato entusiasta l’amministratore delegato del cantiere Marco Ghiglione, lenendo le scherzose “preoccupazioni” di Bisagno.
L’unicità, oltre che dal livello delle finiture, affidate al designer Sinot Yacht Architecture&Design, è data dal rapporto fra dimensioni (183 metri di lunghezza, 22mila tonnellate di stazza lorda) e ospitalità (47 le cabine presenti a bordo), con circa 200 membri di equipaggio, senza dimenticare la doppia alimentazione a metanolo e gasolio.
“Oggi 150 persone stanno lavorando al progetto, e si prevede che una media di 650 persone lavorerà quotidianamente a bordo fino alla consegna. La costruzione di Aman at Sea, classificata da Lloyd’s Register, darà prestigio al prezioso know-how della T. Mariotti, di professionisti quali gli specialisti elettrotecnici di Ortec Santamaria e gli allestitori di alta gamma De Wave Group” ha spiegato una nota del cantiere.
Ancora da svelare il nome della nave, così come fumosi sono i contorni di un’opzione per una seconda unità, che però è una possibilità effettiva, come conferma a mezza voce Ghiglione, ammettendo che “se ne sta parlando” e che “non c’è una scadenza per l’esercizio”.
Confermando di aver ottenuto il prolungamento della concessione richiesto un anno fa a latere della commessa all’Autorità di sistema portuale (e avviato il relativo piano d’assunzioni), decisamente più perentorio è Bisagno sul tema degli spazi, con particolare riferimento al progetto maturato fra la Regione, l’Adsp e i cantieri Amico&Co. di realizzare un bacino di carenaggio privato fra i suoi stabilimenti e il molo ex superbacino: “Lì non si può fare, perché sono aree riservate dal Piano regolatore portuale alle riparazioni navali, che già non abbondano. Inoltre trovo poco furbo, per usare un’eufemistica perifrasi, usare soldi pubblici per una struttura privata utile a uno o pochi operatori”.
La sete di spazi è un tema perenne per T. Mariotti e, anche per il progetto di Amico, Bisagno in conclusione conferma la posizione da tempo espressa da Confindustria per il comparto della navalmeccanica: “La realizzazione della nuova diga foranea consentirà di conquistare spazi a mare, è lì semmai che occorre realizzare nuovi piazzali e nuova infrastrutture, possibilmente ad uso di tutto il comparto. Per quel che ci riguarda, detto che San Giorgio di Nogaro lavora a pieno ritmo (fra qualche mese sarà varato lo scafo della nave militare, che poi nei successivi tre anni sarà allestita qui), noi ci guardiamo intorno in Liguria e in Toscana”.
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