“Crediamo fermamente in un Sistema portuale nazionale organico con una forte e autorevole regia centrale”
Per Ancip il 2023 verrà ricordato per come l’anno in cui l’associazione si è ripresa il ruolo di soggetto centrale e determinante per la Portualità Italiana
Contributo a cura di Luca Grilli *
* presidente Ancip
L’anno 2023 che sta per volgere al termine verrà ricordato per l’Associazione che rappresento come l’anno in cui Ancip si è ripresa il ruolo di soggetto centrale e determinante per la Portualità Italiana. Fra i tanti aspetti positivi dell’anno ormai concluso quello di una visione dell’Associazione rappresentativa non solo delle imprese ex art.17 (comprese ovviamente le Compagnie portuali) ma anche della stragrande maggioranza delle imprese artt.16 e 18, realtà che ci consente di essere, orgogliosamente, rappresentativa a 360° del cluster portuale nazionale.
Come abbiamo specificato in audizione presso la IX Commissione della Camera dei deputati, come Associazione di categoria, crediamo fermamente in un Sistema portuale nazionale organico con una forte e autorevole regia centrale e visione comune di ampio respiro, che sappia tutelare la naturale diversificazione commerciale dei porti, senza avere alcuna base normativa autonoma e differenziata di cui è imprescindibile salvaguardare la natura esclusivamente pubblica e inalienabile, compresa quella delle Autorità di Sistema unitamente al demanio marittimo. Crediamo inoltre che tutti i porti commerciali italiani debbano ricadere dentro il perimetro di pertinenza e autoritativo delle Autorità di sistema portuale, andando così a evitare disarmonizzazioni e differenziazioni operative.
Gli ottimi rapporti, coltivati nel tempo e implementati in questo ultimo periodo, con le Istituzioni, con tutta la Politica, con le Organizzazioni sindacali e con le altre Associazioni datoriali, comprese quelle armatoriali e dei servizi tecnico-nautici, ci hanno permesso di essere autorevole soggetto ascoltato e competente in un momento strategico come quello che stiamo vivendo, con l’imminente Riforma portuale e un rinnovo contrattuale di categoria che a memoria non se ne ricordano di tale complessità per le continue variabili che stanno condizionando il contesto geopolitico, sociale ed economico. Tutto questo non per caso ma grazie al lavoro di una squadra creata ad hoc sapendo leggere preventivamente il momento che andavamo ad affrontare.
Una squadra altamente competente che vede la presenza del nuovo Direttore generale Gaudenzio Parenti, persona che può vantare competenze, anche accademiche, straordinarie ed esperienze non comuni e con il quale da tempo eravamo in trattativa per portarlo in maniera strutturale dentro l’Associazione, la consulenza di due ex parlamentari, che già dalla scorsa legislatura hanno avuto il riconoscimento di tutto il cluster portuale nazionale di essere seri professionisti nel trovare la sintesi di interessi comuni pur in forma di rappresentanza diversa. Abbiamo parlato di rinnovo del CCNL e per questo l’associazione si è affidata, oltre che al nuovo Direttore generale, alla collaborazione specifica di Maurizio Colombai che, con suoi numerosi rinnovi contrattuali alle spalle, lo pongono tra i più competenti ed esperti nel sedere a quel tavolo.
Il lavoro di crescita dell’Associazione parte, comunque, da lontano e si fortifica con l’attenzione che mettiamo per difendere e rappresentare le istanze di ogni nostra singola associata, artt.16, 17 e 18, dalle realtà più piccole a quelle più grandi, per non perdere neanche un centimetro di “civiltà imprenditoriale e lavorativa” che nel tempo ci siamo conquistati.
Abbiamo chiuso il 2023 sottolineando che il mercato del lavoro Portuale regolato fosse stato uno strumento di flessibilità che ha permesso di superare gli stress test più duri degli ultimi anni (pandemie, guerre, ecc…) e che eravamo pronti a difenderlo da chiunque avesse una visione diversa, spesso strumentale, e che andasse contro la politica di programmazione a respiro internazionale che da più tempo sosteniamo. I porti italiani rappresentano il più importante mercato di accesso e di transito di persone e merci nel nostro Paese e, pertanto, necessitano di una specifica e speciale regolazione, nell’interesse generale e particolare di ogni attore vi opera. Una legge speciale, la n.84/94, che nel corso degli anni ha garantito la tenuta e la promozione del sistema portuale nazionale. Per tali motivazioni crediamo che la stessa debba essere solo aggiornata in alcune parti ma non riformata completamente, di sicuro non nella struttura regolatoria delle imprese di cui ai già menzionati articoli 16, 17 e 18.
Un altro aspetto a cui teniamo, è quello riguardante la Federazione del Mare. L’elezione, nel riformato Consiglio di amministrazione, del nostro Direttore generale è la cartina al tornasole di quanto ANCIP creda negli interessi generali e di quanto sia centrale, non solo nell’ambito prettamente portuale, ma in quello più generale della Blue Economy.
Per il 2024 abbiamo ben chiari gli obiettivi, compresi quelli della Riforma portuale che del CCNL dei lavoratori dei porti, e per questo dobbiamo organizzarci per tempo prevedendo le strategie da adottare per raggiungerli: tra tutti quello del riconoscimento del lavoro portuale tra quelli usuranti e il potenziamento della formazione, temi che renderebbero più agevole un vero turnover generazionale all’interno delle nostre aziende, nell’interesse delle stesse e di tutto il Sistema portuale nazionale.
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