L’accordo, che ha durata di 36 mesi, indica tre aree di intervento prioritarie: “La definizione dell’impianto tecnico-giuridico per l’erogazione di un’azione formativa finalizzata alla riqualificazione delle competenze dei lavoratori, la cui prolungata inattività lavorativa ne rende difficile il reinserimento nel mercato del lavoro; l’aggiornamento del Repertorio Regionale delle Figure Professionali della Puglia, coerentemente con il Piano del Fabbisogno Formativo redatto dall’Autority nel 2022; la realizzazione di un Bilancio delle Competenze dei lavoratori”.
“La formazione e la riqualificazione professionale dei 330 lavoratori in carico all’agenzia portuale Taranto Port Workers di Taranto – ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – rappresentano una necessità e un’urgenza per il loro accompagnamento verso una nuova occupazione, anche in considerazione degli indirizzi di sviluppo della Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio di Taranto. Questi lavoratori devono imparare a svolgere nuove attività e diverse mansioni, non previste dal repertorio regionale delle figure professionali. Per questo Regione Puglia e Autorità di Sistema Portuale sottoscrivono un Protocollo d’Intesa che li impegna a iniziative innovative e specifiche per politiche attive del lavoro mirate e favorire la proroga delle misure di protezione sociale in scadenza e accompagnare i lavoratori dell’agenzia verso nuova occupazione”.
“Il lavoro da fare è importante – ha proseguito Emiliano – ed è per questo che ho interessato il Ministro delle Imprese Urso, il Ministro del Lavoro Calderone per prorogare di un anno il termine di scadenza dell’agenzia TPW (Taranto Port Workers, ndr), che in passato ha lavorato bene. Mi auguro che il governo, in una situazione sociale molto difficile come è quella dell’area industriale di Taranto, ci venga incontro e si renda conto dell’importanza di questo gesto di comprensione e di rilancio della professionalità di questi lavoratori, in vista dei numerosi investimenti che ci auguriamo possano al più presto arrivare nell’area portuale e, più in generale, in tutta l’area industriale di Taranto”.
“La sottoscrizione del Protocollo di Intesa con la Regione Puglia – ha dichiarato il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, Sergio Prete – crea nuovi percorsi virtuosi, volti da un lato al riconoscimento nel repertorio della Regione Puglia delle professioni e qualifiche portuali e, dall’altro, all’impegno al cofinanziamento per interventi formativi indirizzati ad aggiornare e riqualificare le competenze dei lavoratori sospesi a vario titolo dal mondo del lavoro fornendo nuove opportunità di ricollocazione. Per questo, la Regione Puglia e l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio rafforzano la collaborazione istituzionale, in particolare a sostegno dei lavoratori del bacino portuale, anche in considerazione dei nuovi investimenti e della implementazione del settore delle energie sostenibili che l’Autorità di Sistema ha individuato nella propria strategia di sviluppo”.
Ai fini del perseguimento delle finalità del Protocollo, Regione Puglia e Autorità di Sistema Portuale del Mar Jonio concordano di istituire un Comitato di Pilotaggio degli interventi che monitorerà periodicamente gli esiti degli interventi realizzati in raccordo con il Comitato Sepac regionale. Nel Comitato di Pilotaggio saranno rappresentate la Regione Puglia, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Jonio, Arpal Puglia, le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, Confindustria Puglia, la categoria logistica portuale e il Ministero dell’Università e della Ricerca. Il Comitato sarà inoltre incaricato di stabilire il contenuto dell’Accordo Quadro per le Politiche Attive per il Lavoro nell’area portuale di Taranto, nel quale saranno individuate le modalità attuative di quanto previsto nell’accordo, con modalità e tempistiche certe, in linea con le esigenze del Governo e di Adsp.
“Il Protocollo d’Intesa firmato quest’oggi – ha dichiarato Leo Caroli, presidente del Comitato regionale per il Monitoraggio del Sistema Economico e Produttivo e delle Aree di Crisi (Sepac) – rappresenta davvero un atto straordinario, cioè fuori dalla gestione ordinaria delle politiche attive del lavoro. Introduciamo delle novità sperimentali, da mutuare in altri ambiti, che intercettano le trasformazioni del lavoro e del mercato del lavoro, soprattutto nelle aree portuali. Le 330 persone ancora in attesa di occupazione devono farsi trovare pronte ad affrontare queste trasformazioni. Per questo la Regione Puglia si impegna sia sul piano dell’organizzazione che su quello del finanziamento delle misure. Lo fa in maniera costante, anche attraverso una Cabina di pilotaggio che, insieme ai sindacati, guiderà queste attività, tra le quali la modifica e l’aggiornamento costante del catalogo regionale delle professionalità. L’Accordo di oggi, inoltre, predispone a un rinnovo dell’agenzia che dovrà essere il contenitore entro cui le politiche attive si dovranno realizzare. L’agenzia è di competenza nazionale e, nel suo ambito, i lavoratori potranno percepire un’indennità e che li accompagnerà durante la fase di formazione e di riqualificazione. Insomma, ci sono tutti i presupposti perché per i prossimi 12 mesi si possa raggiungere l’obiettivo dell’accompagnamento e della ri-occupazione di questi lavoratori”.
A margine della conferenza, l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro Sebastiano Leo ha dichiarato che “il Protocollo è un ulteriore segnale di attenzione all’area di crisi industriale complessa di Taranto da parte della Regione Puglia. Abbiamo condiviso e fatta nostra la richiesta, riveniente anche dai sindacati, di riqualificazione e di aggiornamento delle professionalità dell’intera platea dei 330 lavoratori dell’Agenzia per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale, denominata ‘Taranto Port Workers Agency’. Si tratta di 330 lavoratori che percepiscono una specifica indennità che si chiama Ima e che il Governo vuole sospendere a partire dal prossimo 31 marzo (come previsto dalle legge istitutiva e successive modifiche, ndr). La necessità di un intervento mirato, come già fatto per i lavoratori in cassa integrazione a zero ore dell’area di Taranto, va in questa direzione, quella di sostenere, formare e riqualificare delle persone in condizioni di fragilità occupazionale, a maggior ragione quando il Governo nazionale viene meno ai suoi impegni”.
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