Ecco il porto di Genova del futuro presentato dal sindaco e commissario Marco Bucci
Dal mancato raddoppio di Pra’ al ridimensionamento di Porto Petroli passando per il ridisegno di Sampierdarena e i riempimenti per una seconda pista dell’aeroporto
Genova – “Abbiamo fatto un’indagine di mercato e ci siamo resi conto che al momento la domanda non giustifica più di quanto previsto dall’attuale Piano regolatore portuale, che abbiamo quindi confermato (espansione a mare di 230mila mq). Questo non vuol dire che più avanti non si possa tornare all’idea precedente, magari per il 2035”.
Con queste parole Marco Bucci, sindaco di Genova e commissario per il piano straordinario delle opere portuali in capo all’Autorità di sistema portuale (nonché coordinatore dei progetti maggiori, cioè nuova diga foranea e tunnel subportuale), ha spiegato come mai, per quel che riguarda l’estremo ponente del porto genovese, a Pra’, la versione presentata oggi in via ufficiale (in vista dell’imminente Mipim di Cannes) della sua “visione” di Genova al 2030 differisca da quella mostrata a diversi stakeholder nelle ultime settimane.
Quanto all’altro ‘tema caldo’, il grado cioè di interconnessione col lavoro di redazione del nuovo Piano regolatore portuale che l’Autorità di sistema portuale di Genova ha avviato nell’autunno 2022, Bucci ha parlato di una “condivisione totale delle nostre idee con Adsp, al 100%. Non so se tutto sarà recepito dal nuovo Prp, ma senz’altro il lavoro è stato più che apprezzato”.
Accennato a Pra’ – “dove l’espansione sarà comunque successiva ai lavori ‘per la città’, in primis il prolungamento del canale fino alla nuova darsena nautica” – va rilevato come, rispetto al disegno di alcune settimane fa, ciò comporti che il Porto Petroli di Multedo non sarà spostato. “Prevediamo – ha dettagliato Bucci – che questa attività si ridimensionerà nei prossimi anni, ragion per cui gli accosti dedicati passeranno da 7 a 3”. Lo spazio recuperato sarà quindi comunque dedicato a un generale potenziamento della navalmeccanica (presenti nel disegno il nuovo bacino per Fincantieri e il progetto Tankoa), con la realizzazione di un nuovo bacino di carenaggio, “che potrà essere di 250 o 400 metri, a seconda delle esigenze che verranno manifestandosi”. Inserito inoltre lo spostamento a monte della ferrovia, non ancora finanziato.
Attività cantieristiche potrebbero trovare ulteriori spazi anche appena più a levante, anche se il discorso sulle aree ex Ilva è articolato: “Al momento non possiamo fare previsioni. È anche possibile che il nuovo corso statale porti a un rilancio della siderurgia, magari con la realizzazione di un forno elettrico. A quel punto le aree ‘liberate’ sarebbero relative. In caso contrario, contiamo di recuperarne in proporzione inversa al grado di ridimensionamento del siderurgico. E non è detto che vadano tutte alla logistica (come indicato in didascalia, ndr), abbiamo domande di insediamento anche di cantieri nautici” ha detto Bucci. Non a caso l’ipotetico autoparco resta dove lo prevede l’attuale programmazione, cioè nell’area Erzelli 2, sebbene mai sia stata liberata da Spinelli a dispetto dei provvedimenti giudiziari che ve lo avrebbero tenuto.
Da segnalare nell’area di Sestri Ponente il tombamento del canale di calma dell’aeroporto “per la realizzazione di una seconda pista. Destinazione necessaria per le terre di scavo della Gronda”. Bucci ha confermato, con riferimento all’esigenza di smaltire le terre del tunnel per evitarne l’esplosione del costo di realizzazione, che il tema, anche in chiave di “coordinamento dei lavori e della movimentazione di terre in entrate e in uscita”, toccherà anche Sampierdarena, dove i riempimenti previsti dal sindaco sono quelli anticipati nelle scorse settimane, compreso quello per realizzare un nuovo terminal ro-ro a mare del terminal Ronco oggi gestito da Messina”.
Per Sampierdarena la novità principale è la previsione di realizzare anche la fase B della diga (in una versione leggermente diversa da quella del progetto preliminare, atta a ospitare il nuovo detto terminal ro-ro, con apertura anche a ponente, che “servirà anche per i depositi di Ponte Somalia in caso di necessità. Non finirà nel 2030, ma nel 2026 (anche se il termine limite è stato rimosso, nda). A breve infatti avremo i finanziamenti mancanti (350 milioni di euro) e a luglio faremo la gara per poi lavorare in parallelo alla Fase A”.
Quanto alla zona di Calata Sanità e Porto Antico, Bucci ha spiegato che, “traslati i rotabili al suddetto nuovo terminal dedicato, la nostra idea è di spostare i traghetti al Sech, anche se si tratta di una questione tra privati. Ad ogni modo siamo confidenti: così recupereremo un ulteriore accosto per le crociere, ne avremo 4 per maxinavi e 2 per unità medie”.
Il disegno è completato a est con la zona delle riparazioni navali, detto “molto politicamente che per il momento la Soprintendenza vuole mantenere il vincolo sul moncherino della vecchia diga (anche se forse ci sono questioni di sicurezza nautica che ci costringeranno a demolirlo)” Bucci non ha solo ignorato il progetto di riempimenti a mare caldeggiato da Confindustria (“se ne parlerà semmai in un secondo tempo”), ma ha previsto il tombamento del bacino numero cinque, compensato dalla nuova struttura pensata per Multedo-Sestri.
Secondo il sindaco “oggi ci sono 7 miliardi di euro pubblici e 2 miliardi privati per realizzare questo disegno (comprese le parti urbane, ndr), confido si possa arrivare a 7+4 piuttosto che a passare a 5+4. Ad ogni modo questo non è un progetto, ma una visione. Che contiene progetti anche già avviati e semplici idee. È chiaro che non ci sottrarremo ai progetti approvativi previsti, a partire dal Piano regolatore portuale, appannaggio di Adsp, fino al nuovo Piano regolatore comunale”.
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