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Piano ‘Italia veloce’ della De Micheli: per i porti 4 miliardi
Dal Corriere della Sera (che ieri ne ha anticipato la presentazione avvenuta oggi agli Stati Generali dell’economia) è stato definito un piano ambizioso per sbloccare l’Italia. Per restituire al Paese uno choc infrastrutturale degno di una ripartenza. Quello redatto dai tecnici del Ministero dei trasporti guidato da Paola De Micheli e ribattezzato “Italia veloce” è […]
Dal Corriere della Sera (che ieri ne ha anticipato la presentazione avvenuta oggi agli Stati Generali dell’economia) è stato definito un piano ambizioso per sbloccare l’Italia. Per restituire al Paese uno choc infrastrutturale degno di una ripartenza.
Quello redatto dai tecnici del Ministero dei trasporti guidato da Paola De Micheli e ribattezzato “Italia veloce” è progetto che movimenterebbe fino a 200 miliardi di euro di opere, di cui 130 già stanziati, da mettere in circolo per ravvivare la domanda interna e il Pil.
Di questi, 4 miliardi riguardano opere nei porti. Oltre 54 per strade ed autostrade, 20 per il trasporto rapido di massa comprese le metropolitane e 3,6 miliardi per gli aeroporti. Quali siano le opere specifiche individuate negli scali marittimi al momento non è ancora stato reso noto.
In un’intervista a La Repubblica la ministra De Micheli ha detto che Italia Veloce “non è un trattato filosofico, ma un elenco preciso di opere (ferroviarie, aeroportuali, marittime e stradali), ciascuna provvista di cronoprogramma, coperture, iter per portarle a compimento” e che “lì dentro ci sono cifre, cartine, processi e tempi” dell’attuazione del piano.
Il piano in questione “prevede 200 miliardi di investimenti in 15 anni: per circa 130 miliardi è già finanziato, il resto lo chiederemo all’Europa quando sarà definito il Recovery fund” ha spiegato la ministra. “Dietro c’è una precisa idea di Paese: più accessibile per tutti è anche un Paese più giusto” ha aggiunto la De Micheli, concludendo che “per come è strutturato il piano, grazie all’intermodalità tra ferrovie, porti e aeroporti, non ci saranno aree marginali”.
Leggi la presentazione del piano “Italia veloce”