“Maersk, Bahri e Dsv hanno presentato offerte per rilevare Db Schenker”
Secondo indiscrezioni sono complessivamente “tra le 7 e le 10” le società a essersi fatte avanti presentando offerte non vincolanti
Fa un passo in avanti il processo per la cessione di Db Schenker, il redditizio (ma sempre meno) braccio logistico delle ferrovie tedesche. Secondo quanto riportato dalla testata tedesca Handesblatt, sarebbero infatti tra le 7 e le 10 le offerte non vincolanti effettivamente presentate per l’acquisto della società, entro la data di scadenza che era stata fissata per martedì scorso. Le indiscrezioni emerse nelle scorse settimane avevano indicato in circa 25 il numero dei potenziali acquirenti, un insieme di società idealmente interessare al dossier da cui si erano già sfilate, con dichiarazioni più o meno esplicite, Dhl e Kuehne Nagel.
Tra chi si sarebbe ora fatto avanti, la testata economico-finanziaria cita innanzitutto l’operatore danese Dsv, dato da tempo per interessato all’operazione, e il gruppo suo connazionale Maersk, venuto invece allo scoperto più di recente. Della rosa farebbero parte inoltre il gruppo saudita Bahri, attivo anche come compagnia marittima, e, con offerte congiunte, i fondi di private equity Carlyle e Cvc così come Advent e Bain. In ogni caso l’iter, prosegue la testata, non sarà comunque rapido poiché solo una rosa ancora più ristretta, fatta di 4-5 nomi a cui si chiederà di presentare una offerta vincolante, dovrà essere sottoposta al consiglio di sorveglianza del gruppo Deutsche Bahn solo a settembre, e non ad aprile come previsto inizialmente.
Nei giorni scorsi una dichiarazione ufficiale del responsabile finanziario di Db, Levin Holle, aveva peraltro già indicato il cronoprogramma stimato per il percorso di cessione, segnalando come probabile la firma di un primo accordo per la vendita nella seconda metà del 2024, con il closing atteso per il 2025.
Secondo Handesblatt, negli ambienti finanziari la vendita di Db Schenker potrebbe portare nelle casse del suo attuale proprietario una cifra tra i 12 e i 15 miliardi di euro. A poter incidere sul prezzo di cessione, spingendolo verso il basso, potranno essere i numeri, in peggioramento, con cui la società ha chiuso il 2023, in particolare gli utili in calo a circa 1 miliardo di euro a fronte degli 1,8 miliardi dei 2022 (e attesi in flessione anche nel 2024).
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