Sindacati soddisfatti per l’alta adesione allo sciopero dei portuali
Possibili nuovi fermi nel caso le parti datoriali non acconsentano a una pronta riapertura della trattativa sul Ccnl
“I porti oggi sono praticamente tutti fermi con un’adesione in alcuni scali fino al 100%”.
A riferirlo è stato il segretario nazionale della Filt Cgil Amedeo D’Alessio, a valle dello sciopero nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici portuali indetto dai sindacati confederali (con proclamazione poi da parte anche di Usb) per lo stallo in cui è finita la trattativa sul rinnovo del Ccnl.
“Oggi da tutti i porti italiani in sciopero e dalla manifestazione nazionale di Genova, cui hanno partecipato circa 1.500 persone – ha sottolineato il dirigente nazionale della Filt – arriva forte la richiesta di riaprire in maniera concreta la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, colmando le distanze sia sulla parte economica, ma anche in relazione ad alcune questioni specifiche che attengono alla parte normativa”.
“Tra le nostre richieste – ha concluso D’Alessio – un giusto salario, sbloccare il decreto per il fondo di accompagnamento alla pensione anticipata per i portuali, il riconoscimento del lavoro usurante, rafforzare tutti gli strumenti contrattuali relativi al tema della salute e sicurezza sul lavoro e infine la possibilità di dare il nostro contributo alla riforma della portualità”.
Secondo Uiltrasporti altissima è stata l’adesione “con punte del 97% allo sciopero dei portuali italiani”.
“Ringraziamo tutte le lavoratrici e i lavoratori dei porti italiani – hanno commentato il segretario generale Claudio Tarlazzi e il segretario nazionale Giuliano Galluccio – che hanno sacrificato le loro giornate di lavoro per dimostrare l’importanza di questo rinnovo contrattuale. Recupero salariale, sicurezza e maggiori tutele sono i punti fermi da cui non possiamo arretrare e ci auguriamo che le parti datoriali siano ora pronte a tornare al tavolo delle trattative in modo fattivo e collaborativo, in caso contrario siamo pronti a continuare la nostra protesta”.
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