Appello di Fuselli (banchero costa) alle banche italiane: “Sostenete anche armatori esteri”
Vettosi mette in guardia da un rischio credit crunch per gli investimenti in nave se non si mette mano al regolamento sulla tassonomia
Genova – Il convegno dedicato al “Futuro del trasporto marittimo” organizzato presso la sede di P.L. Ferrari a Genova da Comune di Genova e City of London è stato anche l’occasione per parlare di credito allo shipping.
Con riferimento ai rapporti d’affari fra Regno Unito e Italia il managing director di banchero costa, Francesco Fuselli, advisor finanziario e vertice della società di brokeraggio navale, ha fatto presente che “in passato Royal Bank of Scotland ha avuto un ruolo importante nel credito anche allo shipping italiano (ma questa funzione dopo la crisi finanziaria del 2008 si era bruscamente interrotta). “Oggi Rbs è praticamente scomparsa come finanziatore di operazioni navali e anche il credito asiatico appare sempre meno attivo con l’armamento sudeuropeo” ha aggiunto Fuselli, evidenziando invece che “le banche italiane stanno in qualche modo supportando gli armatori italiani che ancora esistono. Purtroppo sono dedicate e interessate solo agli armatori italiani”.
Da qui l’appello invece a specializzarsi e a guardare anche oltre confine: “Sarebbe fantastico se potessero e volessero occuparsi non solo degli italiani (inclusi quelli basati in Svizzera e a Monaco) ma anche di shipping company estere”. L’auspicio espresso da Fuselli è stato quello di assistere in futuro a un ampliamento della competenza geografica nel mercato dello shipping da parte delle banche italiane.
Fra gli istituti di credito italiani più attivi nel business dei trasporti via mare ci sono stati Bper Banca, Banco Bpm, Unicredit, Credit Agricole e Banca Popolare di Sondrio.
Nella stessa occasione è intervenuto anche il direttore generale di Vsl Club, Fabrizio Vettosi, che, parlando in rappresentanza di Confitarma, ha messo in guardia dal rischio di un prossimo credit crunch per gli investimenti in nave con l’arrivo della tassonomia europea. La Taxonomy Regulation è infatti un Regolamento Comunitario (n. 852/2020) che mira a disciplinare la definizione green dei settori economici e dei relativi investimenti e finanziamenti attraverso un set di regole e criteri di eligibilità (Technical Screening Criteria). Lo shipping è stato definito un ‘settore transizionale’ con criteri temporanei validi fino al 2025.
Secondo Vettosi, che è anche presidente dell’Ecsa ship finance Group, il Governo italiano “dovrà far sentire la sua voce in sede comunitaria su uno dei due criteri base della tassonomia per lo shipping validi fino al 2025 e reiterato nei nuovi criteri post-2025, ovvero che la nave non può essere destinata a trasportare prodotti fossili. Si tratta di un criterio pre-deduttivo, assurdo ed errato dal punto di vista tecnico, che va ad affiancarsi ad altri stringenti ma tecnicamente fattibili criteri su cui abbiamo a lungo negoziato, sia in chiave Confitarma che Ecsa, ottenendo qualche buon risultato. Appare infatti logico che non sia l’armatore o l’operatore a decidere le sorti del carico; l’armatore deve limitarsi a fornire una nave teoricamente tassonomica ma non può essere punito se tale nave anziché trasportare un prodotto edibile (e potendolo fare tecnicamente) viene utilizzata dal caricatore o dal ricevitore per trasportare un prodotto fossile”.
Nel medio lungo termine si porrà anche un altro delicato tema a proposito dell’impatto che la tassonomia avrà sulla materia bancaria entro il 2027, quando le norme dovranno recepirla come misura di riferimento per la valutazione della componente green minima che gli istituti di credito dovranno avere nei loro portafogli. “In pratica le banche che non saranno in linea con la soglia minima di finanziamenti a settori o asset tassonomici vedranno peggiorato il loro assorbimento di capitale” ha concluso il rappresentante di Confitarma.