Ok all’allungamento del Molo Manfredi al porto di Salerno
La banchina crocieristica del porto campano arriverà a 300 metri. Incassa il primo via libera anche la variante della nuova diga foranea di Genova
Buone notizie per l’Autorità di sistema portuale campana: la prima fase dell’allungamento del Molo Manfredi di Salerno, rappresentante un adeguamento tecnico funzionale del Piano regolatore portuale, non dovrà essere assoggettata a Valutazione di impatto ambientale.
La decisione è stata formalizzata oggi dalla competente commissione del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e, avendo ad oggetto la procedura più complessa (qualora fosse stata ritenuta necessaria), equivale ad una significativa accelerazione dell’iter, anche se non più decisiva, dal momento che il termine ultimo di spesa delle risorse (15 milioni di euro) che finanziano l’opera è slittato al 2028 col Decreto Pnrr-Pnc di inizio marzo.
L’intervento prevede l’allungamento di 125,25 metri del Molo Manfredi, oggi lungo 180 metri. Si tratta della banchina che ospita le navi da crociera e il suo ampliamento riveste un ruolo importante anche in chiave di gestione del traffico passeggeri di Salerno. In una seconda fase (esclusa dall’iter in questione e da finanziare) l’Adsp prevede l’ulteriore prolungamento del molo Manfredi fino al molo di sopraflutto (altri 96 metri di fronte banchina).
Intanto ha fatto un passo avanti amministrativo anche il progetto di variante che l’Autorità di sistema portuale di Genova ha sottoposto al Mase relativamente alla nuova diga foranea (variante che, oltre ad alcune modifiche di tracciato, prevede l’accorpamento dei lavori in un’unica fase) e che beneficerà di risorse appena stanziate dal Governo proprio col Decreto Pnrr-Pnc. Il Ministero della Cultura, infatti, attraverso la Soprintendenza di Genova e La Spezia, ha stabilito, a fronte di lievi prescrizioni, che il “progetto non sia da assoggettare a Via”. Nel parere si legge che anche il Consiglio superiore dei lavori pubblici, in una nota prodotta a fine febbraio, ha valutato “che la nuova configurazione non costituisce variante sostanziale rispetto all’originario Pfte (progetto di fattibilità tecnico-economica)”.
A.M.
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