Ente Bacini chiede un allungamento della concessione a tutto il 2029
Il gestore dell’area delle riparazioni navali genovesi deve affrontare la contrazione dei ricavi legata ai lavori programmati per il prossimo quinquennio
Se vuole evitare di dover ricapitalizzare la società, di cui è azionista quasi al 97%, l’Autorità di sistema portuale di Genova dovrà prolungare “quantomeno a tutto il 2029” la concessione di Ente Bacini sui quasi 233mila mq dell’area delle riparazioni navali dello scalo, comprensivi dei cinque bacini di carenaggio in gestione.
Lo si legge nell’istanza appena pubblicata dall’Adsp.
L’amministratore delegato di Ente Bacini Alessandro Terrile spiega che, fallito il tentativo di ‘privatizzazione’ avviato da Adsp nel 2018, “Ente Bacini si è vista costretta, per garantire l’efficienza dei bacini e del relativo servizio, ad effettuare parte degli interventi e opere” da essa previsti per circa 3,6 milioni di euro fra lavori effettuati o in corso di effettuazione.
Inoltre l’aggiornamento del programma straordinario delle opere portuali (elenco di interventi cui Adsp può procedere con le deroghe concesse al commissario per la ricostruzione del Morandi e utilizzando risorse appositamente stanziate dallo Stato, nel caso di specie 30 milioni di euro) ha previsto alcuni interventi di potenziamento infrastrutturale “la cui ultimazione pare sia prevista nel 2029”.
Per essi Ente Bacini “si è fatta carico tra il 2022 e il 2024 degli oneri di indagini tecniche e progettazione definitiva delle opere e degli impianti (impalcato tra bacino n. 4 e bacino n. 5, manutenzione straordinaria del bacino n. 4, sovrastruttura del prolungamento del pontile ex superbacino, indagini propedeutiche alla progettazione della manutenzione straordinaria del bacino 5)” per quasi 490mila euro, mentre al “fine di garantire la continuità operativa dei bacini di carenaggio e la sicurezza delle infrastrutture, Ente Bacini ha programmato nel periodo 2024-2029 interventi di manutenzione straordinaria relativi all’impianto di depurazione delle acque, alle strutture e agli impianti elettrici della centrale di pompaggio del bacino n. 4” per un valore stimato in circa 1,6 milioni di euro.
Oltre all’onere finanziario, c’è il tema dei disagi che l’insieme dei suddetti interventi – insieme all’operazione di ricollocazione delle aziende interferite dagli incipienti lavori del tunnel subportuale – arrecherà alla fruibilità dei bacini. Terrile stima che i bacini 4 e 5, che nel 2023 hanno prodotto circa il 33 e il 30% rispettivamente dei ricavi della società, dovranno chiudere 12 mesi circa ciascuno (non contemporaneamente) fra il 2025 e il 2029, cosa che equivarrà alla ‘perdita’ di circa 6-7 milioni di euro di fatturato complessivamente.
Per questo “dall’attenta valutazione della situazione economica, patrimoniale e finanziaria di Ente Bacini, quest’ultima, al fine di garantire la sostenibilità economica e recuperare in un tempo congruo gli oneri degli investimenti che ha dovuto sostenere in questi ultimi anni anche per effetto degli eventi imprevisti sopra citati, ha la necessità di ottenere il rilascio di un titolo definitivo quanto meno fino a tutto il 31.12.2029” conclude l’istanza, specificando che “la piena operatività dell’intero comparto delle riparazioni navali del Porto di Genova in termini occupazionali assicura l’impiego di oltre 1.700 addetti diretti oltre a circa 1.500 altri lavoratori dell’indotto che fanno capo a circa 80 aziende che operano in tale comparto”.
A.M.
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