Ecco quanto vale la miniera del porto di Genova
Oltre a essere la stazione appaltante più ricca d’Italia, “Ports of Genoa” è un condominio dove tutti i terminalisti macinano profitti
Quante vale il porto di Genova? È nella risposta a questa domanda che si trovano molte delle spiegazioni che riconducono ai giochi di potere e agli interessi economici che stanno alla base dell’inchiesta giudiziaria che ha sconvolto la Regione Liguria e l’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale per presunti casi di corruzione. Soldi e regalie al suo ex presidente, Paolo Emilio Signorini, e al governatore Giovanni Toti finalizzate secondo l’accusa a ottenere accelerazioni e favoritismi negli iter autorizzativi e nell’avvio di opere da realizzarsi con soldi pubblici.
Proprio le nuove opere del porto di Genova sono uno dei numeri più importanti da conoscere: grazie ai fondi del Pnrr, agli investimenti stanziati dal Governo e a quelli messi in campo dalle istituzioni territoriali e dalla stessa port authority, i “Ports of Genoa” (ovvero Genova e Savona) sono oggi la prima stazione appaltante del Paese, per un valore di aggiudicazioni che supera i 3 miliardi di euro.
Per l’impatto sull’economia nazionale, il sistema portuale genovese è indispensabile per l’export del Made in Italy e per gli approvvigionamenti dall’estero. Leva fondamentale per la creazione di posti di lavoro (con un indotto di 122.000 unità indirettamente coinvolte), Genova è il porto di riferimento per l’80% delle industrie del Nord Italia e rappresenta il 33% della movimentazione nazionale in termini di tonnellate. Il sistema dei “Ports of Genoa” fa parte di una rete di collegamenti di linea con 150 servizi regolari di navigazione oceanica e corto raggio e svolge da protagonista un ruolo di collegamento con oltre 500 porti nel mondo.
La nuova diga foranea di Genova, che prevede un esborso di risorse pubbliche superiore al miliardo di euro, di cui 500 milioni del Fondo complementare al Pnrr e 100 milioni del Fondo Infrastrutture Portuali, ha una particolare valenza per alcuni terminal portuali dello scalo perché gli consente (soprattutto a quelli controllati da Spinelli e dal Gruppo Msc) di poter accogliere le più grandi navi portacontainer e da crociera esistenti in grado di massimizzare per gli armatori lo sfruttamento dell’economie di scala.
Un’idea chiara di quanto valga l’attività portuale in banchina sotto la Lanterna la dà anche il bilancio consuntivo dell’Autorità di sistema portuale che governa le concessioni e che l’anno scorso ha fatto registrare un risultato di competenza positivo per 31 milioni di euro portando così l’avanzo di amministrazione 2023 a 241 milioni di euro, di cui 161 milioni legati in prevalenza alla realizzazione del programma delle opere in corso. Complessivamente nell’esercizio passato le entrate Entrate Correnti sono state 108 milioni di euro e le entrate in conto capitale (destinate alle nuove opere) 103 milioni di euro. Sul fronte delle spese si sono registrati 72 milioni di euro di spese correnti e 108 milioni di euro di spese in conto capitale.
Le battaglie di interessi e di potere si giocano fra i “condomini” del porto di Genova che per sua natura è una risorsa scarsa (in termini di metri quadrati) essendo la città compressa fra mare e monti; avere una banchina e dei piazzali in Liguria significa godere del migliore posizionamento possibile per l’import/export delle merci in termini sia di collocazione geografica a ridosso dei mercati di consumo e dei poli produttivi che di connessioni alle infrastrutture terrestri.
I risultati (in taluni casi comprensivi anche di business extra-portuali) di alcuni dei maggiori gruppi presenti in banchina parlano chiaro. Spinelli nel 2022 aveva fatturato oltre 133 milioni di euro a fronte di un utile netto di 32 milioni, Ignazio Messina & C. 481,5 milioni di euro e un profitto di 125 milioni, Psa Genova Pra’ a fronte di 214 milioni di fatturato ha registrato 45 milioni di risultato positivo, Psa Sech 38 milioni di entrate e 2,4 milioni di profitti, Steinweg – Gmt 78 milioni di ricavi e oltre 6 milioni di utile, Terminal San Giorgio (gruppo Gavio) 22,8 milioni di entrate e 2 milioni di risultato netto positivo, Stazioni Marittime quasi 24 milioni di fatturato e poco meno di un milione di utile, Saar Depositi Portuali 22,5 milioni di ricavi e 806 mila euro di risultato netto, Silomar 10,4 milioni di fatturato e 2,3 milioni di profitti .
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