La nave Terra Nova affondata e la normativa di settore sull’inquinamento marino
Al di là della normativa di settore sull’inquinamento marino, gli strumenti normativi a livello internazionale esistono e svolgono un’importante funzione di prevenzione
Contributo a cura di avv. Enrico Vergani (partner) e avv. Marco Mastropasqua (senior counsel), rispettivamente leader e membro del Focus Team Shipping, Transport & Logistics di BonelliErede, relativamente all’incidente della nave cisterna Terra Nova nelle Filippine avvenuto nei giorni scorsi
Il sinistro della “Terra Nova” al largo di Manila (Filippine) è un evento con effetti probabilmente limitati alla sola giurisdizione delle Filippine. Richiama tuttavia riflessioni sulla tutela dell’ambiente marino in via indifferenziata e su scala globale.
L’inquinamento marino è oggetto di diverse Convenzioni: (i) la “International Convention on Civil Liability for Oil Pollution Damage” (la “CLC”) siglata a Bruxelles nel 1969 e successivamente modificata da alcuni protocolli (“1992 Protocols”); (ii) la “International Convention on the Establishment of an International Fund for Compensation for Oil Pollution Damage” del 1971 (la “FUND Convention”), modificata con i protocolli del 1992 (“1992 Supplementary Fund Protocol)”; (iii) la “Hazardous and Noxious Substance Convention” (“HNS”) del 1996 e il relativo protocollo del 2010; (iv) la “International Convention on Liability for Bunker Oil Pollution Damage” (la “Bunker Oil”), Londra 23 marzo 2001.
Al di là della normativa di settore sull’inquinamento marino, gli strumenti normativi a livello internazionale esistono e svolgono un’importante funzione di prevenzione. Il controllo degli standard delle navi, il sistema del Port State Control di ogni Stato costiero, il ruolo degli Enti di Classifica, anche quali Organismi Riconosciuti dalle diverse Autorità di Bandiera, sono tutti strumenti efficaci, sulla cui rigorosa applicazione non può sussistere incertezza e/o esitazione.
Ma il fattore umano è e resta elemento centrale, anche in funzione di prevenzione del rischio ambientale. La preparazione e competenza degli equipaggi, la formazione continua, la qualità delle prestazioni a bordo (che va adeguatamente remunerata e su cui bisogna seriamente investire) sono elementi imprescindibili, in assenza dei quali il controllo delle Autorità preposte e la normativa internazionale non possono essere sufficienti.
Allo stesso tempo, in presenza di un sinistro, vanno poste in essere misure di intervento rapide e coordinate, se occorre a livello internazionale, ad esempio, con riferimento al caso di specie, prestando tecnologie per la rapida rimozione del combustibile dal relitto, ovviamente se profondità e fondali lo permettono.
Per la parte risarcitoria, subentra lo strumento assicurativo che presuppone capacità assicurativa, coordinamento tra i diversi operatori e applicazione uniforme delle diverse normative internazionali.
Il mare è una risorsa preziosa che va tutelata in ogni sua manifestazione e valore. Per anni lo abbiamo inteso come un’infrastruttura enorme e gratuita, con free innocent passage per tutti gli operatori economici e i viaggiatori. Recenti, tragici eventi ci ricordano che it ain’t necessarily so.
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