Anche la flotta di navi nella procedura di vendita dell’ex Ilva
La bulk carrier Gemma è l’ammiraglia della flotta di proprietà delle società Ilva Servizi Marittimi spa e Adi Servizi Marittimi per le quali il Governo attende offerte
Ci sono anche Adi Servizi Marittimi e Ilva Servizi Marittimi con le relative navi e staff nel pacchetto del gruppo siderurgico messo in vendita dal Ministero delle Imprese e del made in Italy.
È stato infatti pubblicato il bando per la presentazione di manifestazioni di interesse che prevede una procedura aperta fino al 20 settembre con un vincolo di due anni per il mantenimento dei livelli occupazionali che saranno contenuti nell’offerta.
In lizza, dopo una serie di sopralluoghi esplorativi effettuati nei vari impianti di Acciaierie d’Italia (AdI), ci sarebbero al momento sei potenziali investitori: il gruppo ucraino Metinvest, i due gruppi indiani Vulcan Steel di Jindal e Steel Mont, il canadese Stelco e i due soggetti italiani Marcegaglia e Sideralba che hanno visitato gli impianti di Genova e Novi Ligure (il primo) e quello della controllata AdI Tubiforma (il secondo). Sullo sfondo resta sempre il possibile interesse di un altro player italiano, Arvedi, che potrebbe entrare in corsa (una delle ipotesi è che affianchi Metinvest).
L’Avviso riguarda la “acquisizione dei beni e delle attività aziendali facenti capo ad Ilva spa in amministrazione straordinaria e Acciaierie d’Italia spa in amministrazione straordinaria e ad altre società appartenenti ai rispettivi gruppi”. Tra queste figurano appunto anche Ilva Servizi Marittimi spa e Adi Servizi Marittimi srl, così come Ilvaform spa, Taranto Energia srl, Socova sas, Adi Tubiforma srl, Adi Energia, Adi Socova Sas. Il testo, sottoscritto dai commissari di Ilva in as (Alessandro Danovi, Francesco Di Ciommo e Daniela Savi) e di Acciaierie d’Italia in as (Giovanni Fiori, Giancarlo Quaranta e Davide Tabarelli), è stato pubblicato sui siti www.gruppoacciaierieditaliainas.it e www.gruppoilvainas.it.
Tra gli scopi della procedura di vendita vengono menzionati lo sviluppo della produzione siderurgica in Italia; l’attuazione della decarbonizzazione; la tutela dei livelli occupazionali, ponendo le basi per una riduzione significativa a regime del ricorso ad ammortizzatori sociali rispetto alla situazione attuale, forme di compensazione in favore delle comunità locali; preservare la continuità dei complessi aziendali.
I commissari hanno espresso la preferenza a un “trasferimento unitario” di tutti i beni e rapporti giuridici del complesso aziendale. In alternativa, in assenza di offerte unitarie congrue, saranno accettate operazioni separate di vendita di rami d’azienda.
Un paragrafo specifico riguarda i requisiti soggettivi dei candidati, che potranno essere di qualsiasi nazionalità e presentarsi anche in cordata. I commissari potranno riservarsi l’ammissione in base alle capacità economico-finanziarie, alle effettive probabilità di perfezionamento della cessione, oltre che ai contenuti della manifestazione di interesse.
Oltre agli spintori e alle barge impiegate sulle rotte di cabotaggio lungo le coste dello Stivale, un pezzo pregiato della flotta ex Ilva è l’enorme bulk carrier Gemma da 313.000 tonnellate di portata lorda costruita dal cantiere cinese Dalian Shipbuilding Industry Corp e consegnata nel 2012 al gruppo allora della famiglia Riva al prezzo di oltre 60 milioni di dollari. Da un paio di anni questa nave si trova ferma, inattiva, alla fonda di fronte al porto di Singapore.
Salvo qualche scalo spot nel porto di Taranto non ha quasi mai operato per Ilva ed è stata spesso noleggiata a terzi per il trasporto di minerali di ferro dal Sud America all’Asia.
La sua completa inattività, causata dalle criticità finanziarie con cui Acciaierie d’Italia è alle prese da tempo, rappresenta un enorme spreco di denaro (pubblico) perché se venisse ceduta temporaneamente (a noleggio) o definitivamente a terzi consentirebbe all’ex Ilva di incassare decine di milioni di dollari e invece comporta costi di manutenzione.