Per la diga di Genova l’Adsp punta ad avviare i dragaggi entro fine mese
Prodotte le integrazioni richieste da Regione Liguria e Mase per utilizzare i fanghi dell’escavo e quelli del ribaltamento per il riempimento dei cassoni
Nel rispetto grossomodo dei tempi previsti, ieri l’Autorità di sistema portuale ha prodotto la documentazione integrativa che il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, sulla scorta dell’analisi condotta dagli uffici tecnici della Regione Liguria, le aveva chiesto nell’ambito della procedura di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale dell’accorpamento in un’unica soluzione delle Fasi A e B della nuova diga foranea.
L’incaglio riguardava in estrema sintesi la gestione dei materiali (sia quelli prodotti dal cantiere, sia quelli necessari all’opera), con particolare focus sui dragaggi e sull’uso dei relativi sedimenti per il riempimento dei cassoni della diga (per i quali servono 2,1 milioni di metri cubi per quelli di Fase A e circa 600mila per quelli di Fase B), tanto quelli prodotti dall’escavo del cantiere della diga, quanto quelli rinvenenti dalla realizzazione del nuovo bacino del cantiere navale di Sestri Ponente (cosiddetto ribaltamento a mare). Un focus in particolare approfondito dalla Regione.
Gli undici nuovi elaborati prodotti dall’Adsp rispondono senz’altro alla richiesta di un documento riepilogativo unico, di formato tabellare, che da una parte evidenzi esigenze e produzioni materiche del cantiere e, dall’altra, le metta in relazione all’utilizzo di materiali provenienti da altre opere in corso, in primis appunto il ribaltamento a mare, da cui Adsp punta a recuperare circa 400mila mc per il riempimento dei cassoni della nuova diga, previa modifica, grazie a questa documentazione, del pendente niet da parte del Mase. Qualche incongruenza tuttavia rimane.
Restando alle più marcate, nel documento di riepilogo dell’Adsp una prima tabella riporta che il dragaggio del bacino di Sampierdarena e avamporto in Fase A dovrebbe produrre 805mila mc di materiali, classificati come tutti riutilizzabili, ma nello schema sistemico vero e proprio delle pagine successive il volume risulta differente. Inoltre i documenti di caratterizzazione (prodotti per tutte le opere, come richiesto dalla Regione) mostrano la presenza, seppur in quantità limitata, di sedimenti di classe E (quelli da trattarsi come rifiuto), la cui riutilizzabilità nei cassoni era stata esclusa dalla Regione stessa.
Come richiesto dagli enti controllori, poi, l’utilizzo del canale di calma del vicino aeroporto quale sito di deposito temporaneo è stato escluso (così come l’utilizzo dei fanghi ivi depositati dopo il dragaggio del porto passeggeri, costato un’indagine della Procura genovese a carico di diversi funzionari di Adsp e Regione), ma è da capire se il nuovo sito di deposito temporaneo a terra, individuato all’interno del cantiere del ribaltamento, e le soluzioni alle problematiche ambientali specificatamente rilevate per il cantiere di Sestri Ponente saranno ritenute adeguate.
Certo è che l’Adsp appare molto fiduciosa: l’avvio delle attività di dragaggio, tanto quello relativo alla diga che quello relativo al ribaltamento, è previsto infatti a partire dal terzo trimestre 2024, che finisce fra meno di due settimane. Del resto il cronoprogramma prevedeva che i dragaggi cominciassero subito dopo la produzione dei cassoni, come è logico dato che il materiale serve per riempirli. Quest’ultima è invece cominciata nel maggio 2024 invece che nel settembre 2023 come da cronoprogramma originario e il dragaggio comincerà quattro mesi dopo. Mase permettendo.
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