L’avvio dei lavori per il tunnel subportuale di Genova tarda ancora per una variante
Aspi vuole l’ex carbonile (modificando il progetto originale) per aggirare la sospensione delle attività su calata Concenter disposta dalla Soprintendenza e recuperare il ritardo accumulato sui lavori
Se i documenti pubblicati nei giorni scorsi dall’Autorità di sistema portuale di Genova erano stati oscurati, rendendo impossibile decifrare le motivazioni per cui Autostrade per l’Italia (Aspi), investita dei lavori del tunnel subportuale (ancorché in realtà da affidarsi a gara), avesse in tale contesto presentato istanza per una concessione annuale sull’area dell’ex carbonile Enel, area non prevista dal progetto, non altrettanto è stato possibile fare con quelli depositati pochi giorni fa in Regione Liguria nell’ambito delle relative autorizzazioni ambientali.
È così emerso che l’istanza per l’ex carbonile rappresenta una formale variante al progetto del tunnel come autorizzato nel 2023. “La Variante – si legge nei documenti di Aspi – trae motivazione dalla necessità di evitare che, in ragione di quanto richiesto dalla Sovrintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia in termini di sospensione delle attività previste nella Calata Concenter (nota Prot. 0012840 del 04.07.2024), i lavori del Tunnel possano subire una dilazione dei tempi”.
Dilazione che in realtà è già in atto da quasi tre mesi dal momento che nei piani della port authority il riempimento di calata Concenter sarebbe dovuto cominciare a luglio, quando emersero, seppur ufficiosamente, i rilievi della Soprintendenza. Ora la sospensione assume i crismi dell’ufficialità e, per quanto entrambe le amministrazioni pubbliche preferiscano negare ogni chiarimento in proposito, Autostrade per l’Italia una decina di giorni fa ha ritenuto evidentemente senza via d’uscita il vicolo cieco, decidendo di correre ai ripari con l’avvio in Regione di una formale procedura di variante.
L’indisponibilità di Concenter, destinata a ospitare i primi materiali di risulta dello scavo del tunnel, impedisce infatti l’avvio dei lavori e l’ex carbonile rappresenterebbe un’alternativa. Come il Paur coinvolse la Soprintendenza, anche la variante chiamerà in causa l’ente facente capo al Ministero della Cultura: sicché è da capire se lo spostamento dell’area di deposito da Calata Concenter alla banchina che su di essa si affaccia possa soddisfare le condizioni che la Soprintendenza aveva posto per il via libera al tombamento.
A.M.
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