Aponte in visita a Genova alla redazione del Secolo XIX appena acquisito
Accompagnato da Pierfrancesco Vago è stato accolto dal nuovo direttore generale Maurizio Introna e si è intrattenuto a lungo con i giornalisti e il direttore Michele Brambilla
Circa 24 ore dopo il formale passaggio di consegne (avvenuto a far data dal 29 settembre) con cui la Blue Media S.r.l. della famiglia che controlla il gruppo Msc è subentrata a Gedi News Network S.p.A. quale editore del quotidiano Il Secolo XIX, l’armatore Gianluigi Aponte, accompagnato dal genero Pierfrancesco Vago, si è recato personalmente a Genova in visita alla redazione in Piazza Piccapietra.
Ad attenderlo c’era Giacomo Costa Ardissone (in passato direttore finanzario della divisione crociere del gruppo Msc e oggi presidente di Msc F&B Division Spa nonché Consigliere di Stazioni Marittime Spa) e soprattutto Maurizio Introna, neo direttore generale passato sotto il controlla di Blue Media che ha accolto il nuovo editore e armatore dicendo: “Comandante per noi è un onore averla qui”.
Le prima (poche) parole pronunciate in pubblico da Gianluigi Aponte in qualità di editore sono state raccolte dall’emittente televisiva locale Tele Nord: “(Di nuove sfide) ne dobbiamo parlare. Non è il mio mestiere (quello dell’editoria, ndr) quindi ne parleremo e vedremo di fare al meglio”.
A seguire Aponte e Vago si sono intrattenuti a lungo con i giornalisti del quotidiano e con il nuovo direttore Michele Brambilla (subentrato a Stefania Aloia) ai quali evidentemente l’armatore ginevrino ha spiegato le sue idee e ha fornito un indirizzo sulla linea editoriale che si aspetta dal giornale.
Nel primo editoriale firmato dal neodirettore e intitolato “Questi posti davanti al mare”, Brambilla ha scritto: “Il Secolo cambia, da oggi, anche l’editore, passando da Gedi a Blue Media. L’anima del giornale (sì, i giornali hanno un’anima) resta quella del primo giorno di uscita, quasi centoquarant’anni fa. Innanzitutto il legame con il proprio territorio. Le cronache locali insomma, perché poche cose sono più indispensabili del sapere che cosa accade nelle porte accanto. Ma questo non vuol dire che il Secolo non parlerà dell’Italia e del mondo. Vuol dire che il Secolo, quando guarderà all’Italia e al mondo, vi guarderà con gli occhi di Genova, della Liguria, del mare. Mare che sarà centrale come sempre è stato nella vita di questi posti. Sui grandi giornali italiani si parla poco del mare”. Oltre a ciò ha aggiunto: “Il Secolo è il giornale di tutti i liguri. Non sarà schierato politicamente e darà voce a tutti. Denuncerà quello che non funziona ma darà spazio anche a quel che funziona benissimo, cosa non frequente sui media, dove spesso si cede alla tentazione del disfattismo, il quale disfattismo serve solo a portare alla paralisi. […] Ora si salpa”.
N.C.
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