Mito (Grendi) potrà espandersi sull’ex Cict di Cagliari
L’Adsp sarda rinuncia a riassegnare l’intero compendio e alleggerisce i vincoli per i concessionari subentranti interessati anche a singole porzioni
La domanda di Mito – Mediterranean Intermodal Terminal Operator per espandersi sull’ex terminal Cict del porto canale di Cagliari che pendeva da quasi due anni potrà ora trovare accoglimento.
L’Autorità di sistema portuale sarda, infatti, ha reso noto di aver “valutato di dover riconsiderare i criteri concessori adottati con la delibera n. 10 del 25 febbraio 2021”. All’epoca era ancora fresco il trauma (in primis occupazionale) causato dalla rescissione da parte del concessionario del Cict, terminal container di punta della stagione del transhipment, gestito per anni dal gruppo Contship e travolto dall’emergere degli hub di trasbordo nordafricani che ha decimato i terminal monotranshipment dell’Europa meridionale.
Per anni l’Adsp ha ritenuto si potesse tornare indietro e atteso un soggetto in grado di subentrare in toto a Cict e rilanciarne il business. Ma il cavaliere bianco non è mai arrivato, mentre sono cresciute nel frattempo le aspirazioni di operatori interessati ad altro business, magari meno imponente in termini di volumi e ricadute, ma più solido, flessibile e confacente alle attuali dinamiche dello shipping.
Il caso appunto del terminal Mito del Gruppo Grendi, che finora aveva dovuto sottostare ai paletti dell’Adsp sul rilascio di titoli inerenti porzioni dell’ex Cict: durate al massimo quadriennali e condizioni di revoca molto sbilanciate proprio in vista dell’arrivo auspicato ma mai avvenuto del nuovo maxioperatore. Condizioni che avevano appunto inficiato anche una domanda d’espansione presentata da Grendi a inizio 2023.
Proprio “prendendo spunto” da essa, ora Adsp ha deciso di cambiare indirizzo, “al fine di stimolare la concorrenza e ammettere l’esame di future domande concessorie che prevedano più consistenti piani di investimento, crescita dei volumi di traffico e dei livelli occupazionali”. E “di consentire la valutazione di istanze di concessione anche ultra-quadriennali e la revisione dei meccanismi revocatori che possono rivelarsi eccessivamente penalizzanti per i concessionari”.
Con l’occasione l’ente ha comunicato di aver anche definito Piano dell’Organico dei Porti del Sistema 2025 – 2027: “Dalle 34 compilazioni del questionario somministrato a tutte le 36 imprese in possesso dell’autorizzazione rilasciata dall’Ente per gli otto porti della circoscrizione, il POPS fotografa un comparto ben strutturato, composto da 938 unità lavorative più della metà di età compresa tra o 41 e i 60 anni, l’84 per cento delle quali con inquadramento contrattuale a tempo indeterminato. Sull’aspetto economico e finanziario, nel documento emerge una tendenza di sostanziale tenuta del settore imprenditoriale portuale, con un incremento dei volumi di fatturato, sull’ultimo triennio, che interessa il 41 per cento delle imprese operanti. Positivo anche l’indice degli investimenti (acquisto di nuovi impianti, beni immobili, manutenzioni straordinarie e formazione), con un 38 per cento di imprese che, negli ultimi tre anni, ha effettuato spese superiori al milione di euro. Per il prossimo triennio, il Piano dell’organico dei porti rileva una prospettiva di sostanziale ottimismo, con un terzo delle imprese che mira ad una crescita superiore di almeno al 3 per cento sul fatturato, investimenti da 50 mila ad oltre un milione di euro e, per 13 imprese su 36, il possibile ricorso a nuove assunzioni per figure da impiegare nelle numerose e complesse specialità lavorative del comparto”.
A.M.
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