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Al nuovo terminal container di Taranto i conti già non tornano: sindacati contro Yilport
Nonostante il nuovo terminalista abbia appena iniziato a imbarcare e sbarcare i primi container, il rapporto fra Yilport e i sindacati dei lavoratori appaiono già molto tesi. Al punto che i rappresentanti dei portuali hanno deciso di abbandonare il tavolo del confronto che era stato appena avviato presso Confindustria Taranto fra la San Cataldo Container […]
Nonostante il nuovo terminalista abbia appena iniziato a imbarcare e sbarcare i primi container, il rapporto fra Yilport e i sindacati dei lavoratori appaiono già molto tesi. Al punto che i rappresentanti dei portuali hanno deciso di abbandonare il tavolo del confronto che era stato appena avviato presso Confindustria Taranto fra la San Cataldo Container Terminal e le sigle Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. Al centro della contesa ci sono i nuovi numeri del piano industriale presentato dal terminalista che sono stati rivisti al ribasso rispetto alle promesse di appena un nano fa e a fronte delle quali la port authority ha riconosciuto una concessione di 49 anni alla società del gruppo turco Yildirim.
“Le organizzazioni sindacali hanno preso atto di quanto dichiarato dal management Yilport presente in videoconferenza, che stride fortemente con la realtà che sta vivendo sul territorio e soprattutto nel terminal. Pertanto le organizzazioni sindacali stanno producendo una richiesta di incontro urgente al presidente (della port authority, ndr) Prete per una verifica congiunta della rispondenza di quanto contenuto nel piano industriale presentato e di quanto dichiarato oggi, rispetto agli impegni assunti nell’atto concessiorio” scrivono i segretari locali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti.
Al momento non è ancora stato rivelato di quanto siano stati ribassati ma certamente gli obiettivi previsti per i prossimi anni in termini di movimentazione container, prima ancora che di indotto occupazionale, risentiranno, secondo il terminalista, della crisi scaturita dalla pandemia di Covid-19. Insoddisfazione da parte dei sindacati ci sarebbe anche a proposito della gestione dei cantieri attualmente aperti per il revamping delle gru di banchina che da molti anni sono inattive.
Fino allo scorsa primavera le ambizioni di San Cataldo Container Terminal, secondo le parole della numero uno Raffaella Del Prete, erano quelle di “raggiungere la capacità annuale di 2,5 milioni di Teu e poi, grazie a ulteriori investimenti, portarla fino a 4 milioni di Teu”. In pieno periodo di lockdwon la manager portuale aggiungeva: “Siamo qui in questo periodo difficile e non abbiamo intenzione di lasciare Taranto, stiamo continuando a lavorare con determinazione per raggiungere i nostri obiettivi”.
Sulla questione è intervenuto anche il sindacato Usb Taranto spiegando che il piano industriale triennale presentato da San Cataldo Container Terminal il 3 settembre 2020 in Confindustria Taranto, risulta essere “ora organizzato su nuove basi ed esigenze, in quanto il trasporto marittimo ha subito ripercussioni sugli obiettivi previsti di movimentazione container dovuti alla pandemia”.
Il sindacato poi aggiunge: “Apprendendo che ci sarà una verifica congiunta del piano industriale triennale presentato con quello che risulta essere nell’atto di concessione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, auspichiamo che eventuale mediazione da parte dell’azienda arrivi quanto prima, con una certezza fondata su basi solide circa la movimentazione di volumi, investimenti, tempistica di revamping delle gru, manutenzione di tutte le infrastrutture del molo, delle attrezzature e di numero assunzioni, come da impegni assunti nell’atto concessorio per l’ effettiva ripartenza – anche se graduale – del porto di Taranto e dei lavoratori ex Tct” prosegue la nota.