Nuove tariffe pilotaggio: Unione Piloti alla fine ricorrerà al Tar contro il Mit
“Impugnare tramite un ricorso al Tar del Lazio, il provvedimento del 10-08-2020 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in merito ai criteri e meccanismi tariffari per il servizio di pilotaggio”. È quanto deciso dalla 13ma Assemblea ordinaria dell’Unione Piloti tenutasi nei giorni scorsi in videoconferenza nonostante la stessa associazione lo scorso 15 settembre avesse […]
“Impugnare tramite un ricorso al Tar del Lazio, il provvedimento del 10-08-2020 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in merito ai criteri e meccanismi tariffari per il servizio di pilotaggio”. È quanto deciso dalla 13ma Assemblea ordinaria dell’Unione Piloti tenutasi nei giorni scorsi in videoconferenza nonostante la stessa associazione lo scorso 15 settembre avesse detto che non avrebbe impugnato l’atto ministeriale.
Lo ha reso noto la stessa associazione dei piloti dei porti in una nota dove si legge: “Ad aprire i lavori della riunione è stato il presidente Bellomo che con la sua relazione ha subito sottolineato il momento delicato che sta vivendo la categoria poiché – dice – è in discussione il servizio di pilotaggio. Nonostante i tentativi di instaurare un leale confronto sostenendo tesi equilibrate assistiamo quotidianamente alla chiara intenzione di svendere la categoria al miglior offerente con prezzi di realizzo”.
Il ricalcolo della formula e del meccanismo con cui si genera la tariffa che le corporazioni applicano nei vari porti alle navi è il tema dominante per la categoria ed è stato al centro anche dell’ultima assemblea di Fedepiloti, l’altra associazione di categoria che ha una rappresentatività maggiore a livello nazionale.
“L’utenza tenta ancora di nascondere il proprio obbiettivo ossia quello di mettere mano alla ricchezza del pilota in modo indiscriminato” prosegue la Unione Piloti. Secondo Bellomo, “dietro l’apparente apertura a mitigare gli effetti di una normativa avversa ai piloti si cela infatti la cristallizzazione della stessa che toglierà per sempre ai piloti la possibilità che vengano riconosciuti i propri diritti”.
Non poche riserve sono state espresse dal presidente dell’associazione sui contenuti degli studi sulle tariffe di pilotaggio elaborati dall’advisor The Brattle Group e dal C.I.E.L.I. in quanto a suo parere “avvicinano il servizio di pilotaggio ad un servizio eseguito da un ente privato”. Bellomo ha poi respinto, definendola non vera, l’affermazione circola da alcuni sul fatto che Unione Piloti “sarebbe capace di creare solo dissapori con le altre associazioni e in special modo con il Ministero”. “Ho estrema fiducia nelle autorità, purtroppo alcune situazioni che vedono le nostre richieste inevase da tempo ci mettono nelle condizione di dover assumere posizioni forti” spiega il presidente.
Non sono mancati i distinguo: “La necessità di trattare in modo distinto il servizio di pilotaggio non può essere affatto considerata una banalità in quanto le amministrazioni competenti hanno l’obbligo di individuare con rigore una formula che coniughi le esigenze del servizio di pilotaggio, non esposto a concorrenza, e quanto esplicitamente richiesto dal Regolamento 352/2017 (che istituisce un quadro normativo per la fornitura di servizi portuali e norme comuni in materia di trasparenza finanziaria dei porti)” ha aggiunto ancora Bellomo. In proposito lo stesso la citato le incongruenze esistenti circa alcuni elementi retributivi tra piloti e altri servizi portuali che paradossalmente adottano la stessa formula matematica per l’adeguamento tariffario.
Questi presupposti hanno spinto poi il vertice di Unione Piloti a rinnovare la richiesta al Ministero di rendere ancora più trasparente la tariffa di pilotaggio, proprio in ragione dell’entrata in vigore del regolamento ministeriale, aggiungendo che l’obiettivo indicato dallo stesso Ministero “mal si concilia con la nota del 10 agosto 2020, specie se si tiene conto che tutte le incongruenze evidenziate dallo stesso studio commissionato non trovano soluzione nel documento finale”.
Bellomo si è detto infine perplesso sul fatto che i nuovi meccanismi tariffari per il servizio di pilotaggio, possano generare “aumenti tariffari significativi, i quali nella migliore delle ipotesi produrranno un mantenimento delle attuali basse ripartizioni, mentre la gravità delle modifiche concordate con l’utenza produrrà sicuramente il taglio degli stipendi dei piloti. Non voglio credere nemmeno – ha concluso – ai proclami su fantomatici salvataggio del ‘fondo’. Tanto, da far sorgere il dubbio che l’accordo, trovato tra le parti con l’esclusione dell’Unione Piloti, possa essere stato possibile solo in cambio del privilegio di gestire in esclusiva il contributo federale del 2%”.
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